La protezione dai raggi X in radiologia


Come è noto, i raggi X furono scoperti per caso nel 1895 dal fisico tedesco Wilhelm Conrad Roentgen, mentre faceva ricerche sui raggi catodici. Egli vide che, nonostante il tubo in cui si produceva la scarica elettrica fosse stato coperto da un pesante panno nero, uno schermo fluorescente di carta di platino-cianuro di bario, posto sempre per caso in prossimità dell’apparato, emetteva una luce fluorescente a ogni scarica. Il fisico tedesco pensò e poi verificò che la luce fosse dovuta a una radiazione invisibile, ancora più penetrante della radiazione ultravioletta, che chiamò allora raggi X, in merito alla natura ignota. In seguito i raggi X furono spesso indicati anche con il nome di raggi Roentgen, in onore al  loro scopritore tedesco.

 

Nel giro di poche settimane Roentgen fu così in grado di studiare e di descrivere le più importanti proprietà dei raggi X, che hanno consentito nel tempo diverse applicazioni: in medicina, nel campo della ricerca scientifica con la spettroscopia X, nell’industria, in particolare nel settore della ricerca industriale e nella fase di collaudo di diversi prodotti e nei restauri di opere d’arte e di reperti archeologici. Per quanto riguarda la medicina, noi  tutti conosciamo il largo impiego delle sorgenti di radiazioni ionizzanti sia in diagnostica che in terapia, ma, oltre alle tradizionali apparecchiature a raggi X della radiologia, meritano una menzione particolare i notevoli sviluppi tecnologici verificatisi negli ultimi anni con la produzione dei tomografi, dei radioisotopi nella medicina nucleare, degli acceleratori di particelle e dei radionuclidi nella radioterapia tumorale. Attualmente le esposizioni mediche costituiscono la maggior fonte di esposizione a sorgenti artificiali di radiazioni ionizzanti per tutti i cittadini, per cui riveste fondamentale importanza garantire in queste pratiche l’applicazione dei principi generali, operativi e normativi della radioprotezione, tramite la collaborazione  e la partecipazione di tutti i soggetti ai quali la normativa attribuisce compiti e responsabilità in materia.

 

In questi ultimi anni la radioprotezione ha subito mutamenti considerevoli legati, da un lato all’aggiornamento delle raccomandazioni internazionali, dall’altro alla crescente attenzione prestata alla protezione delle persone sottoposte a esposizioni mediche. Tali modifiche sono state recepite prima a livello comunitario e successivamente a livello nazionale, con l’introduzione del sistema di protezione radiologica per il paziente previsto dal D.Lgs. 26 maggio 2000 n. 187 e con la ridefinizione della protezione dei lavoratori e della popolazione a seguito dell’entrata in vigore del D.L.gs. n. 230 del 17 marzo 1995 e successivi decreti di modifica. Anche se queste norme suscitano sempre diverse interpretazioni da parte del personale di vigilanza e di controllo, ben pochi casi ne hanno impedito una corretta applicazione e, nonostante una persona debba ricorrere a radiologie frequenti, possiamo dire con tutta tranquillità che la quantità di radiazioni cui viene sottoposta, sono veramente minime.

 
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